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In Sicilia, a Modica, torna SorRiso Siculo

di Anna Maria Massaro 10 maggio 2014

Dopo il successo della prima festa dedicata al riso siciliano, riportato nell’Isola, dopo oltre 100 anni di assenza, grazie al desiderio dello chef modicano Carmelo Floridia di realizzare un arancino con ingredienti tutti siciliani e alla determinazione del giovane agronomo leonfortese Angelo Manna, dell’azienda Agrirape, di sperimentare nuove colture, venerdì 23 maggio, nella splendida cornice di Casa CioMod a Modica, in provincia di Ragusa, torna SorRiso Siculo Parte II




.Si tratta di una vera grande festa, dove l’unico protagonista sarà il riso, preparato in maniera originale da tredici grandi chef, provenienti da tutta la Sicilia, che mostreranno, illustreranno e offriranno le loro preparazioni in Finger Food agli ospiti.

Stefano Alfano, chef di Casa CioMod di Modica. Marco Baglieri, chef del ristorante Crocifisso di Noto,Giuseppe Bonsignore, chef dell’Oste e il Sacrestano di Licata (Agrigento),Onofrio Brucculeri, fino al novembre scorso Executive chef all’Hotel Imperiale di Taormina e al momento freelance. Giuseppe Causarano, chef della Locanda Gulfi di Chiaramonte Gulfi (Rg).Dario Di Liberto, chef del Ristorante Il Tocco di Ragusa. Carmelo Floridia, chef consulente dell’Azienda Lainox e con un progetto in cantiere. Ricky Licandro, chef della bottega sicula Fud di Catania. Ciro Pepe, chef del Ristorante La Veranda di Misilmeri (Pa). Giancarlo Salerno, chef de Il Sale Art Cafè di Catania. Ninni Radicini, chef del Ristorante Fattorie delle Torri di Modica (Rg). Massimo Schininà, chef del Ristorante Le Magnolie di Modica (Rg). Rosario Umbriaco, chef della rosticceria Europa di Enna.

Abbinati alle preparazioni degli chef i vini di numerose cantine siciliane e le birre artigianali Tarì che gli ospiti potranno degustare. Non mancheranno i prodotti legati al territorio siciliano; infatti, parteciperanno alla serata numerosi produttori che esporranno e faranno degustare le loro delizie. Sarà riproposta l’Arancino Maraton", grandi quantità di arancini preparati al momento da friggere e far degustare, che vedrà coinvolte le mogli, le fidanzate e le compagne degli chef.

Numerosi gli ospiti della serata, gli stellati siciliani e tanti altri addetti ai lavori, tra cui famosi giornalisti del settore enogastronomico. Si parlerà anche di celiachia con l’autrice del libro Senza Glutine, Elena Gambuzza.Durante la serata i tredici chef riceveranno il riconoscimento di "Custodi dell’identità territoriale" da Nino Sutera, Direttore della LURSS (libera università dei saperi e dei sapori) Onlus e promotore delle De.Co.Sarà premiato l’alunno vincitore del concorso indetto dall’Istituto Alberghiero di Modica per gli Istituti Professionali, coinvolti nel progetto di promozione e divulgazione del riso siciliano.

Le telecamere di Video Regione riprenderanno l’evento, che darà lustro a questo alimento esclusivo e dove non mancheranno sorprese. Sarà patrocinato dal Consorzio turistico di Modica, l’unica realtà presente in Italia, dove strutture private come alberghi, B&B, ristoranti, cooperative, associazioni culturali, guide turistiche ecc. si sono riunite per valorizzare e promuovere il territorio. Il consorzio ha preso in grande considerazione l’evento perché come lo stesso vice presidente, dott. Paolo Failla, ha affermato: "Quando ci sono iniziative che coinvolgono le nostre identità, soprattutto di carattere gastronomico, non possiamo trascurarle".

Breve storia del riso siciliano
In passato il riso in Sicilia era una pianta molto diffusa, soprattutto nella piana di Catania e nella zona di Ribera (Ag). Si sa per certo che il riso è stato introdotto in Europa dagli Arabi passando proprio dalla Sicilia, che fu la primissima zona d’Europa dove fu introdotta la coltivazione del riso e dove conobbe un lungo periodo di prosperità. D’altro canto le zone paludose della Sicilia (come la piana di Catania), fornivano delle condizioni ambientali ottimali allo sviluppo di questa coltivazione. Inoltre il riso è sempre stato un ingrediente principale di molte ricette e piatti tradizionali: arancini, timballo, sartù, crispelle, ecc.
Da lì i Manna hanno iniziato a fare diverse ricerche, a parlare con anziani che hanno ancora dei ricordi di queste coltivazioni, a consultare documenti storici appartenenti a casate nobiliari siciliane e hanno verificato che, in effetti, quella del riso è stata davvero una coltura molto diffusa in Sicilia, almeno fino agli anni ’30, abbandonata probabilmente a causa di due eventi particolari: l’unità d’Italia: infatti, in seguito alla riunificazione dello Stato Italiano, probabilmente furono promosse delle iniziative legislative volte a disincentivare le coltivazioni di riso siciliano, a favore delle produzioni del Nord Italia (piemontesi in primis), alle quali ovviamente il riso siciliano faceva "concorrenza"; e l’intervento fascista noto come "la bonifica integrale", che promosse iniziative di bonifica in diverse parti d’Italia (agro pontino, tavoliere delle Puglie e appunto zone paludose della Sicilia), che pose fine alla presenza di quelle paludi e acquitrini presenti in Sicilia, che comportavano diversi problemi di tipo ambientale e sanitario, ma che costituivano un ambiente ideale per la coltivazione del riso.
All’inizio del 2010 la conoscenza con lo chef Carmelo Floridia, ai tempi chef della "Locanda Gulfi" di Chiaramonte Gulfi (Rg), il quale vantava le qualità del riso come alimento e come ingrediente gastronomico e si auspicava che ci fosse in futuro la possibilità di utilizzare, nella sua cucina, riso siciliano.
Nel mese di Giugno 2010 è stato realizzato un piccolissimo campo sperimentale, in collaborazione con la facoltà di Scienze agrarie dell’Università di Catania e nel frattempo sono state effettuate ricerche sulle antiche varietà coltivate in Sicilia. Ma trattandosi di una pianta annuale che non viene più coltivata da diversi decenni, non è stato trovato nulla.
Il 31 maggio 2011 è stato seminato un campo un po’ più grande (di circa 2200 mq), che ha prodotto i primi sette quintali di riso qualità arborio. Oggi la produzione è in crescente aumento e oltre alla qualità arborio viene prodotto anche il riso carnaroli.


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