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Mostra di Giuseppe Colombo ad Agrigento nelle sale di Villa Aurea dal 4 al 25 maggio 2018di Anna Maria Massaro - 24 aprile 2018L'artista modicano celebra lo stupore per il paesaggio millenario con un’opera e cinque disegni alla maniera dei viaggiatori europei del Grand Tour 2018 'Giravo per la Valle - racconta - e d’un tratto sono rimasto come folgorato da un’immagine, quella che ha ispirato la tela dei Dioscuri'. Promossa dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi diretto da Giuseppe Parello 'Di memorie, di reale incanto' la mostra s’inaugura venerdì 4 maggio, ore 18.30. Sono una ventina le opere - tra oli, pastelli e matite - che la curatrice Elisa Mandarà ha selezionato dall’ampia produzione di Colombo, raffinatissimo disegnatore ormai da un ventennio sulla scena dell’arte contemporanea sia come 'solista', sia in 'coro' con il Gruppo di Scicli. Al cenacolo artistico che fa capo alle carismatiche figure dei maestri Piero Guccione e Franco Sarnari, Colombo, oggi 47enne, viene introdotto sul finire degli anni Novanta da uno degli stessi artisti del gruppo, il pittore Franco Polizzi. Originario di Modica, dove vive e lavora dopo gli anni di studio a Urbino e Roma, Colombo per la mostra nella Valle dei Templi ha concepito un personale omaggio: si tratta di un olio inedito, 'I Dioscuri di Agrigento' e altri cinque disegni, nati quasi per caso durante i sopralluoghi dei mesi scorsi fra i monumenti dichiarati dall’Unesco 'patrimonio dell’Umanità'. Opere che documentano come ancora oggi la Valle dei Templi e il suo mistico paesaggio millenario punteggiato dal verde degli ulivi - il blu del mare in lontananza - rinnovino il 'reale incanto' testimoniato dai celebri viaggiatori del Grand Tour: una potente energia creativa che affiora dalle architetture e dalla silenziosa memoria delle pietre e che oggi come allora seduce artisti e semplici visitatori. Completano la raccolta a Villa Aurea sia le 'memorie', opere ispirate agli autori cari del passato, nei d’après, e alla storia di luoghi che hanno sollecitato la fantasia del pittore, sia il ciclo di lavori che nascono dall’incanto che il reale, natura o volto, esercitano sulla sua creatività. 'La mostra attraversa due filoni essenziali dell’opera di Giuseppe Colombo - scrive in catalogo Elisa Mandarà - ovvero la relazione primaria che il pittore coltiva con la realtà, sostanziata da una gamma distillata di soggetti poetici, e la linea memoriale, connotata da un preziosismo di gusto e di resa, per il quale l’artista trasceglie alcune delle più fini icone dall’emporio formale della grande tradizione occidentale'. Anche il critico d’arte Marco Goldin sottolinea il lirismo del segno di Colombo: nel catalogo della mostra 'Il Gruppo di Scicli' (Conegliano, 2001), il critico scrive: '( ) Colombo rivela il suo talento nel riappropriarsi dell’evidenza visiva con uno sguardo penetrante, con lenti potentissime, animando di rinnovata energia ciò che lo sguardo percepisce, a dimostrazione che la poesia è possibile coglierla intorno a noi e che i poeti e gli artisti hanno la virtù di rivelarcela'. Mentre Guido Giuffrè dice: 'Colombo gioca tutto, magistralmente, sul rapporto luce-ombra: sul tenero candore della luce e sulla pastosa, morbida profondità dell’ombra'.
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