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Cerimonia di onorificenza “Professore Onorario” all’Ordinario di Chirurgia del Policlinico Giaccone di Palermo Prof. Gaspare Gulotta

di Giacomo Glaviano 10 luglio 2021

Manifestazione emotivamente vibrante e piena di esaltanti contenuti sul ruolo e l’apporto che il festeggiato ha avuto, in oltre 40 anni di attività, sulla crescita e il prestigio delle Università di Palermo e La Sapienza di Roma

Nella splendida Sala dei Baroni di Palazzo Steri di Palermo si sono ritrovati il Magnifico Rettore Fabrizio Micari, il Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia, Prof. Marcello Ciaccio, il capo Dipartimento DICHIRONS Prof.ssa Giuseppina Campisi e il Senato Accademico.

Ad apertura dell’incontro il Rettore ha tratteggiato i momenti più importanti della carriera del Prof. Gulotta, supportati da quelli dei Professori. Ciaccio e Campisi che hanno delineato ed esaltato la grande figura di Gulotta come uomo, docente e grande chirurgo.

E’ seguita la laudatio del Professore Emerito dell’Università di Padova Davide D’Amico, mentre emozionante e piena di significati umani, accademici, etici e sociali è stata la lectio magistralis del Prof. Gulotta, subito dopo aver ricevuto l’onorificenza del Ministero dell’Università e della ricerca Scientifica, che ha commosso l’intera platea.



Il Prof. Gulotta ha esordito ricordando il percorso di vita accademica comune con il suo compianto maestro Prof. Antonino Rodolico “ma mai all’altezza del suo alto magistero, ringraziandolo per il suo amorevole e paterno affetto”.

Nell’introduzione della lectio ha ricordato i suoi genitori “la loro presenza è sempre, la loro statura morale, lo spirito di abnegazione e impegno nel lavoro, la loro capacità vitale di agire sempre consonante con la realtà, il senso di riconoscenza e di umiltà, l’amore per il prossimo, sono stati i valori fondanti della mia vita che ho cercato di ereditare”.

Un ringraziamento particolare ha rivolto al Prof. D’Amico “per la sua nobile presenza, vero principe e gentiluomo, e per le affermazioni lusinghiere espresse nei suoi confronti” affermando che “la sua scelta non è stata legata solo al fatto che oggi è la più alta espressione della chirurgia nel mondo, ma, soprattutto, al suo afflato umano e ai rapporti che sempre ha avuto con il Maestro, entrambi esempi luminosi di uomini insigni e di sublime elevazione morale, sempre animati da grande spirito di concordia e unità”.

Poi ha aggiunto: del Prof. D’Amico ho apprezzato e fatte mie, le sue tesi sull’importanza delle scuole chirurgiche e dei grandi maestri e l’amore per gli allievi. Egli, da uomo di confine tra la vecchia e gloriosa chirurgia e la nuova chirurgia mininvasiva, ha saputo accendere una grande luce sul futuro della chirurgia, valorizzando e stimolando i giovani, polarizzando la loro attenzione sui valori universali quali l’interdisciplinarietà, l’importanza della ricerca, l’inscindibilità tra il ruolo di Professore Universitario e quello di Chirurgo e Ricercatore.Questi valori sono stati la stella polare nella mia vita professionale”.

Con impareggiabile umiltà e sensibilità Gulotta ha delineato, in un breve e significativo excursus, la sua visione e l’analisi profonda di una vita vissuta con grande passione umana e professionale.



“La mia è stata una carriera molto fortunata e più di quanto meritasse la mia umile persona.Non importano le cariche nazionali e internazionali che ho raggiunto: le presidenze nazionali della Società Italiana di Chirurgia d’Urgenza (SICUT), la Società Italiana Patologia Apparato digerente (SIPAD), la Società Italiana dei Chirurghi Universitari (SICU), la presidenza europea della Società di Oncologia Comparata, la istituzione della Scuola Nazionale di Chirurgia Sperimentale con sede a Palermo, la istituzione della Società Internazionale Italo-Cubana e Italo-Rumena.
Non importano i risultati scientifici e il numero di pubblicazioni (più di 200) su prestigiose riviste internazionali o le ricerche traslazionali tra cui, per esempio, l’identificazione delle CANCER STEM CELLS nella progressione dei tumori del colon retto. Non importano il numero degli interventi di alta chirurgia eseguiti (più di 40 mila) o l’aver portato la chirurgia siciliana agli standard delle più importanti scuole chirurgiche internazionali, come attestato dalla partecipazione, per 4 anni consecutivi, al LIVE SURGERY in diretta mondiale. Non importano il numero di relazioni nazionali e internazionali (più di 400). Quello che importa è il sorriso di tante persone che insieme ai miei collaboratori abbiamo guarito .
Abbiamo interpretato e accarezzato nelle nostre corsie e nelle nostre sale operatorie le loro sofferenze e quelle dei loro congiunti.La gente che soffre si deve riconoscere non nell’umana e comprensibile disperazione, ma nella speranza e nell’amore che noi sapremo infondere e nella capacità che noi abbiamo di interpretare i loro sogni nel momento del loro drammatico incontro con le avversità della vita.
Quello che importa è il sorriso e la gratitudine di tanti studenti del corso di laurea e di specializzazione nella comprensione e nell’insegnamento che nel loro impegno quotidiano si costruisce la realtà di oggi e si prepara la realtà di domani.
E tutto questo è stato possibile grazie agli insegnamenti di un grande Maestro e alla collaborazione amorevole e instancabile di tutti i miei collaboratori a cui dedico questo odierno riconoscimento.
Quanto realizzato è stato possibile grazie al supporto della mia famiglia.


Debbo confessarvi, in conclusione, che sento per intero la responsabilità del prestigioso riconoscimento e spero di ritrovare l’entusiasmo per tradurre in realtà questa nuova opportunità d’impegno, superando di slancio le linee d’ombra che sembravano proiettarsi sulla mia vita.
E’ stata una vita dura e piena di impegni e sacrifici, ma la rifarei con lo stesso amore e lo stesso entusiasmo.

A voi cari giovani, cari allievi, va il mio affetto, il mio impegno, il mio piccolo esempio di umiltà, amore, lealtà, capacità di coesione e spirito di gruppo, costruito sul pluralismo delle idee più che su una omogeneità senza anima.
E’ stato bello per me stare con voi e tra voi nel comune cammino di ricerca del progresso. Il futuro, ricordatevelo, è nella nostra determinazione di oggi.

Soltanto con questo spirito potrete dire ai vostri figli di nutrire una speranza di futuro, senza scivolare nella rassicurazione emotiva, che è più una rassicurazione verso voi stessi che verso di loro.
Soltanto con questo spirito di impegno a costruire insieme, soltanto con il vostro entusiasmo porterete questa nostra Università e questa nostra terra nelle più alte sfere internazionali.



Grazie al Senato Accademico e a Sua Eccellenza il Ministro Prof.ssa Maria Cristina Messa di avere prestato attenzione e di avere dato luce alla mia umile presenza silenziosa, conferendomi il prestigioso titolo”.
Gulotta avviandosi alla conclusione ha detto: “Sento per intero la responsabilità del prestigioso riconoscimento e nel mio lavoro avrò come costante e severo ammonimento l’esempio dei miei predecessori che con la loro opera hanno dato sostanza e dignità all’istituzione universitaria.
Di questa Università sono e voglio essere un figlio riconoscente e, al suo migliore avvenire, dedicherò ogni mia residuale energia con amore, lealtà, umiltà, alto e responsabile spirito di collaborazione e coesione, sempre nel rispetto dei più alti valori dell’etica nel mio ruolo di uomo, di professore e di chirurgo”.

Incontenibili sono stati, alla fine della lectio magistralis, le emozioni di tutti i professori, amici e familiari convenuti e di tutto il Senato Accademico che hanno applaudito in piedi per un lungo tempo e acclamato il Prof. Gulotta.

La cerimonia si è conclusa con un nuovo intervento del Magnifico Rettore, che dopo aver consegnato il sigillo dell’Università di Palermo, ha espresso a nome di tutto l’ Università e dell’intero universo Sicilia un sentito grazie al Prof. Gulotta per il grande e fondamentale contributo dato alla didattica, alla ricerca, alla chirurgia e alla crescita sociale ed elevazione umana della Regione Sicilia e della Nazione.

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E’ seguita la laudatio del Professore Emerito dell’Università di Padova Davide D’Amico, mentre emozionante e piena di significati umani, accademici, etici e sociali è stata la lectio magistralis del Prof. Gulotta, subito dopo aver ricevuto l’onorificenza del Ministero dell’Università e della ricerca Scientifica, che ha commosso l’intera platea.



Il Prof. Gulotta ha esordito ricordando il percorso di vita accademica comune con il suo compianto maestro Prof. Antonino Rodolico “ma mai all’altezza del suo alto magistero, ringraziandolo per il suo amorevole e paterno affetto”.

Nell’introduzione della lectio ha ricordato i suoi genitori “la loro presenza è sempre, la loro statura morale, lo spirito di abnegazione e impegno nel lavoro, la loro capacità vitale di agire sempre consonante con la realtà, il senso di riconoscenza e di umiltà, l’amore per il prossimo, sono stati i valori fondanti della mia vita che ho cercato di ereditare”.

Un ringraziamento particolare ha rivolto al Prof. D’Amico “per la sua nobile presenza, vero principe e gentiluomo, e per le affermazioni lusinghiere espresse nei suoi confronti” affermando che “la sua scelta non è stata legata solo al fatto che oggi è la più alta espressione della chirurgia nel mondo, ma, soprattutto, al suo afflato umano e ai rapporti che sempre ha avuto con il Maestro, entrambi esempi luminosi di uomini insigni e di sublime elevazione morale, sempre animati da grande spirito di concordia e unità”.

Poi ha aggiunto: del Prof. D’Amico ho apprezzato e fatte mie, le sue tesi sull’importanza delle scuole chirurgiche e dei grandi maestri e l’amore per gli allievi. Egli, da uomo di confine tra la vecchia e gloriosa chirurgia e la nuova chirurgia mininvasiva, ha saputo accendere una grande luce sul futuro della chirurgia, valorizzando e stimolando i giovani, polarizzando la loro attenzione sui valori universali quali l’interdisciplinarietà, l’importanza della ricerca, l’inscindibilità tra il ruolo di Professore Universitario e quello di Chirurgo e Ricercatore.Questi valori sono stati la stella polare nella mia vita professionale”.

Con impareggiabile umiltà e sensibilità Gulotta ha delineato, in un breve e significativo excursus, la sua visione e l’analisi profonda di una vita vissuta con grande passione umana e professionale.



“La mia è stata una carriera molto fortunata e più di quanto meritasse la mia umile persona.Non importano le cariche nazionali e internazionali che ho raggiunto: le presidenze nazionali della Società Italiana di Chirurgia d’Urgenza (SICUT), la Società Italiana Patologia Apparato digerente (SIPAD), la Società Italiana dei Chirurghi Universitari (SICU), la presidenza europea della Società di Oncologia Comparata, la istituzione della Scuola Nazionale di Chirurgia Sperimentale con sede a Palermo, la istituzione della Società Internazionale Italo-Cubana e Italo-Rumena.
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E’ stata una vita dura e piena di impegni e sacrifici, ma la rifarei con lo stesso amore e lo stesso entusiasmo.

A voi cari giovani, cari allievi, va il mio affetto, il mio impegno, il mio piccolo esempio di umiltà, amore, lealtà, capacità di coesione e spirito di gruppo, costruito sul pluralismo delle idee più che su una omogeneità senza anima.
E’ stato bello per me stare con voi e tra voi nel comune cammino di ricerca del progresso. Il futuro, ricordatevelo, è nella nostra determinazione di oggi.

Soltanto con questo spirito potrete dire ai vostri figli di nutrire una speranza di futuro, senza scivolare nella rassicurazione emotiva, che è più una rassicurazione verso voi stessi che verso di loro.
Soltanto con questo spirito di impegno a costruire insieme, soltanto con il vostro entusiasmo porterete questa nostra Università e questa nostra terra nelle più alte sfere internazionali.



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Gulotta avviandosi alla conclusione ha detto: “Sento per intero la responsabilità del prestigioso riconoscimento e nel mio lavoro avrò come costante e severo ammonimento l’esempio dei miei predecessori che con la loro opera hanno dato sostanza e dignità all’istituzione universitaria.
Di questa Università sono e voglio essere un figlio riconoscente e, al suo migliore avvenire, dedicherò ogni mia residuale energia con amore, lealtà, umiltà, alto e responsabile spirito di collaborazione e coesione, sempre nel rispetto dei più alti valori dell’etica nel mio ruolo di uomo, di professore e di chirurgo”.

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Il Prof. Gulotta ha esordito ricordando il percorso di vita accademica comune con il suo compianto maestro Prof. Antonino Rodolico “ma mai all’altezza del suo alto magistero, ringraziandolo per il suo amorevole e paterno affetto”.

Nell’introduzione della lectio ha ricordato i suoi genitori “la loro presenza è sempre, la loro statura morale, lo spirito di abnegazione e impegno nel lavoro, la loro capacità vitale di agire sempre consonante con la realtà, il senso di riconoscenza e di umiltà, l’amore per il prossimo, sono stati i valori fondanti della mia vita che ho cercato di ereditare”.

Un ringraziamento particolare ha rivolto al Prof. D’Amico “per la sua nobile presenza, vero principe e gentiluomo, e per le affermazioni lusinghiere espresse nei suoi confronti” affermando che “la sua scelta non è stata legata solo al fatto che oggi è la più alta espressione della chirurgia nel mondo, ma, soprattutto, al suo afflato umano e ai rapporti che sempre ha avuto con il Maestro, entrambi esempi luminosi di uomini insigni e di sublime elevazione morale, sempre animati da grande spirito di concordia e unità”.

Poi ha aggiunto: del Prof. D’Amico ho apprezzato e fatte mie, le sue tesi sull’importanza delle scuole chirurgiche e dei grandi maestri e l’amore per gli allievi. Egli, da uomo di confine tra la vecchia e gloriosa chirurgia e la nuova chirurgia mininvasiva, ha saputo accendere una grande luce sul futuro della chirurgia, valorizzando e stimolando i giovani, polarizzando la loro attenzione sui valori universali quali l’interdisciplinarietà, l’importanza della ricerca, l’inscindibilità tra il ruolo di Professore Universitario e quello di Chirurgo e Ricercatore.Questi valori sono stati la stella polare nella mia vita professionale”.

Con impareggiabile umiltà e sensibilità Gulotta ha delineato, in un breve e significativo excursus, la sua visione e l’analisi profonda di una vita vissuta con grande passione umana e professionale.



“La mia è stata una carriera molto fortunata e più di quanto meritasse la mia umile persona.Non importano le cariche nazionali e internazionali che ho raggiunto: le presidenze nazionali della Società Italiana di Chirurgia d’Urgenza (SICUT), la Società Italiana Patologia Apparato digerente (SIPAD), la Società Italiana dei Chirurghi Universitari (SICU), la presidenza europea della Società di Oncologia Comparata, la istituzione della Scuola Nazionale di Chirurgia Sperimentale con sede a Palermo, la istituzione della Società Internazionale Italo-Cubana e Italo-Rumena.
Non importano i risultati scientifici e il numero di pubblicazioni (più di 200) su prestigiose riviste internazionali o le ricerche traslazionali tra cui, per esempio, l’identificazione delle CANCER STEM CELLS nella progressione dei tumori del colon retto. Non importano il numero degli interventi di alta chirurgia eseguiti (più di 40 mila) o l’aver portato la chirurgia siciliana agli standard delle più importanti scuole chirurgiche internazionali, come attestato dalla partecipazione, per 4 anni consecutivi, al LIVE SURGERY in diretta mondiale. Non importano il numero di relazioni nazionali e internazionali (più di 400). Quello che importa è il sorriso di tante persone che insieme ai miei collaboratori abbiamo guarito .
Abbiamo interpretato e accarezzato nelle nostre corsie e nelle nostre sale operatorie le loro sofferenze e quelle dei loro congiunti.La gente che soffre si deve riconoscere non nell’umana e comprensibile disperazione, ma nella speranza e nell’amore che noi sapremo infondere e nella capacità che noi abbiamo di interpretare i loro sogni nel momento del loro drammatico incontro con le avversità della vita.
Quello che importa è il sorriso e la gratitudine di tanti studenti del corso di laurea e di specializzazione nella comprensione e nell’insegnamento che nel loro impegno quotidiano si costruisce la realtà di oggi e si prepara la realtà di domani.
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