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Frammenti di Paradiso alla Reggia di Caserta

di Silvia Lunardo 08 maggio 2022

Dal 1° luglio al 16 ottobre l’articolata e grandiosa residenza reale, patrimonio Unesco, ospiterà la mostra Frammenti di Paradiso.

Giardini nel tempo alla Reggia di Caserta, curata da Tiziana Maffei, direttore della Reggia di Caserta, Alberta Campitelli e Alessandro Cremona.
La meravigliosa residenza voluta da Re Carlo di Borbone e plasmata da Luigi Vanvitelli ospiterà ben duecento opere tra disegni , dipinti , sculture e oggetti d’arte che raccontano la storia del giardino.

Il Re e la sua consorte Maria Amalia di Sassonia diedero al Regno di Napoli dal 1734 quel riflesso e quello splendore di un potere con raffinata e cosmopolita cultura attraverso il Palazzo e il Parco Reale, il Teatro di Corte e l’ Acquedotto Carolino.
La magnificenza del formale giardino all’italiana con i suoi filari ordinati, l’architettura vegetale e i giochi d’acqua, raccontato attraverso opere che rappresentano il vissuto di un paese tra ville e vicende, dal Rinascimento ai primi dell’ Ottocento, una diversità di paesaggi, stili di vita e modelli culturali che richiamano quello che rappresenta il modello del dopo medioevo: il recupero e la rivalutazione della classicità come modello della naturalità dell’uomo, mettere in discussione la precedente alterazione dettata dall’influenza religiosa con una sperimentazione pratica e il richiamo alle origini, alla riconquista dell’ Eden, il giardino perduto.


Tiziana Maffei direttrice Reggia di Caserta

“Parchi e giardini storici sono un’identità culturale profonda dell’Europa - afferma Tiziana Maffei - il ruolo della sapienza paesaggistica italiana nel passato è indiscussa. Oggi, finalmente, ne stiamo acquisendo la piena consapevolezza. La scelta di dedicare una misura specifica nel PNRR al restauro e alla gestione di questi luoghi meravigliosi offre l’opportunità per occuparsi con responsabilità di questo prezioso per quanto fragile patrimonio. L’esposizione della Reggia di Caserta, risultato di un impegnativo lavoro di ricerca grazie alla collaborazione di molti istituti nazionali e studiosi, narra al grande pubblico, così come agli addetti ai lavori, i diversi valori che si celano dietro queste piccole rappresentazioni di paradiso, ricordando le esigenze urgenti di salvaguardia per assicurare la piena accessibilità e la trasmissione nel futuro di tanta bellezza”.

L’evoluzione del giardino dal “formale” al “pittoresco”, non più solo definito e circoscritto come spazio teatro, ma soprattutto ricco di elementi naturali da scoprire man mano che si passeggia, una natura libera, ma mai incolta che dialoga armoniosa con grotte, ruscelli e alberi.

“Nel creare giardini - spiega Alberta Campitelli - si esorcizza l’idea di una natura oscura ed estranea: lo spazio armonioso, controllato e organizzato del giardino è un microcosmo dominato dall’uomo e che evoca il paradiso terrestre. Nel giardino diverse trame si intersecano: il giardino è narrazione mediata da simboli. Il giardino è percorso di scoperta. Il giardino è trasmissione di messaggi. Il giardino è sperimentazione scientifica. Il giardino è creatura vivente che nasce, si trasforma, scompare. L’immagine in un dipinto gli dona immortalità, cristallizza un momento di splendore e ne celebra il committente. Nel caleidoscopio di immagini del percorso della mostra il visitatore entra in questo mondo affascinante dove può trovare il proprio paradiso”.



Riferimenti culturali di ritorno dalla Francia e l’apporto nord europeo della consorte del Re hanno conferito alla Reggia quello che è il perfetto equilibrio tra il richiamo alla classicità e l’ unicità dei paesaggi lasciati respirare nella loro ambientazione geografica: così prende voce il paesaggio agreste e marino e la maestosa presenza del Vesuvio, per l’ immenso Museo Verde del Complesso vanvitelliano, che si estende con 123 ettari di Parco, 60 di bosco e circa 40 chilometri di acquedotto, realizzato a partire dal 1752. Una connessione con il Palazzo Reale rappresentata da uno straordinario progetto di spazio aperto appositamente creato per meravigliare, stupire e affascinare i visitatori.

“Entrando nel parco della Reggia di Caserta - commenta Alessandro Cremona - quasi ci s’immerge nella totalità dei significati che contraddistinguono il giardino occidentale, e in particolare quello italiano. Il rapporto con la “dimora” e con il paesaggio circostante, la finalità ricreativa e quella utilitaristica, gli scopi celebrativi e suntuari, l’offerta percettiva e di gusto declinata tra impianto formale e quello paesaggistico “all’inglese”. Di questa straordinaria complessità si fa filo conduttore la mostra, che attraversa il labirinto paradisiaco del giardino dipinto e immaginato e induce il visitatore a “deliziarsi” della visione degli splendidi giardini vanvitelliani”.

Opere provenienti da collezioni private, prestigiosi musei comporranno quella che sarà una narrazione dello stile, del bello italiano, che rapisce e incanta ancora oggi lo sguardo curioso dei turisti e quello compiaciuto (e a volte sorpreso) degli italiani. Gaspar van Wittel, Claude Lorrain, Paolo Anesi, Pietro e Gianlorenzo Bernini, Hubert Robert, Hendrick van Cleve III, Jules-César-Denis van Loo, Giusto Utens, Joseph Heintz il giovane, alcuni dei nomi che troverete nelle sezioni della mostra e soffermandosi con attenzione su Jacob Philipp Hackert che dedicò diverse opere a giardini e paesaggi campani, rappresentando al meglio lo splendore dell’Italia meridionale.



Le sezioni sviluppano i temi che si dipanano dalla Reggia di Caserta e dalla sua storia, accostando e raffrontando quanto è stato prodotto da altre committenze e da altri contesti:
- la Reggia di Caserta e i suoi modelli, con le celebri raffigurazioni del Parco Reale della Reggia di Caserta accostate a quelle dei giardini che Carlo e Maria Amalia hanno conosciuto e vissuto nei loro paesi d’origine e che hanno plasmato il loro gusto;
- il rapporto tra giardino e paesaggio messo in luce nelle vedute di noti giardini che spaziano dalla Campania al Lazio, alle Marche, alla Toscana e al Piemonte, interpretati dai maggiori artisti delle epoche considerate;
- i giardini come scenografia per esplicitare come l’esibizione del potere, le feste, il teatro, hanno sempre avuto i giardini come fondale privilegiato, adattato e declinato secondo le funzioni che accoglievano;
- l’acqua e i giardini nel quale la prima è protagonista spettacolare di giochi, fontane e vie d’acqua, ma anche affaccio privilegiato lungo i laghi, i fiumi e il mare;
- giardino e selvatico nel quale si esaltano boschi e tenute a complemento delle ville e dei giardini, dalla tradizione dei giardini medicei fino all’Ottocento;
- i giardini quali scenari di narrazioni sacre e mitologiche, dalla raffigurazione del Cristo “giardiniere” agli episodi mitologici o letterari, fino alle allegorie delle stagioni, quali quelle di Pietro e Gianlorenzo Bernini;
- la botanica in giardino, elemento vegetale quale protagonista con ruoli e funzioni diverse legate, ad esempio, alla “tulipomania” oppure all’introduzione di piante esotiche e l’affermarsi della scienza botanica.



Promuovere attraverso questa mostra l’importanza del valore del nostro inestimabile (quanto fragile) patrimonio culturale e territoriale, che nel tempo ha costituito una mappatura del percorso dell’uomo e l’interazione con la natura che lo circonda e che trova nella Reggia di Caserta perfetta rappresentanza. Un benessere sociale da fruire e condividere grazie anche alla promozione delle istituzioni nel conservare e valorizzare i giardini e le dimore storiche.

Ma non solo ricordi dal passato: grazie alla Fondazione Kainon, partner tecnico, sarà possibile vedere una prima parte del giardino immaginato da Luigi Vanvitelli mediante ricostruzione virtuale.
La mostra sarà arricchita anche dal lavoro di artisti contemporanei lasciati liberi di interpretare in chiave libera il concetto di giardino quale possibile Paradiso.

La mostra, organizzata dal Museo della Reggia di Caserta con Opera Laboratori, si avvale di un prestigioso Comitato scientifico internazionale e del contributo fondamentale degli Orti Botanici di Napoli e Portici. L’iniziativa è realizzata in partenariato con la Camera di Commercio di Caserta e con il supporti di Amici della Reggia di Caserta, Colonnese&Friends, Associazione Parchi e Giardini d’Italia, Grandi Giardini Italiani e European Route of Historic gardens.



LA REGGIA DI CASERTA

Il Palazzo Reale e le Collezioni
Lo straordinario Palazzo Reale, voluto da re Carlo di Borbone e progettato dall’architetto Luigi Vanvitelli, è una struttura monumentale che occupa 47.000 mq e si innalza per ben cinque piani.
Il percorso museale degli Appartamenti Reali si raggiunge accedendo dal meraviglioso Scalone Reale che collega il Vestibolo inferiore a quello superiore. Dal Vestibolo superiore si accede alla Cappella Palatina e quindi agli Appartamenti reali. L’ambiente più maestoso degli Appartamenti Reali è certamente la Sala del Trono, adibita al ricevimento delle personalità di spicco del tempo. Di grande pregio anche le altre Sale dell’Ottocento che seguono come la Camera da letto di Gioacchino Murat, la Camera da letto di Francesco II. Nell’ala del Settecento, il percorso prosegue con le Sale delle Stagioni, il Boudoir di Maria Carolina, con la Biblioteca Palatina, la Pinacoteca e il Presepe di Corte, grande passione della nobile famiglia reale.

Ad oggi il percorso è “contaminato” dalla presenza di opere appartenenti alla collezione di Lucio Amelio Terrae Motus, che vanta lavori di artisti contemporanei di fama internazionale come Josef Beuys, Andy Warhol, Keith Haring, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino, Mario Schifano, Gianni Pisani, Robert Mapplethorpe e Jannis Kounellis.



Il Teatro di Corte
È un esemplare di straordinaria bellezza dell’architettura teatrale settecentesca, caratterizzato da una platea a forma di ferro di cavallo arricchita da colonne a ordine gigante. Il palco venne predisposto in modo che potesse aprirsi sul Parco della Reggia all’occorrenza di necessità sceniche, come ad esempio la simulazione dell'incendio di Cartagine in occasione della rappresentazione della Didone abbandonata, opera di Pietro Metastasio nel 1770. Grandi artisti hanno calcato il palco del teatro vanvitelliano nel corso dei secoli fino ad oggi. Riccardo Muti vi ha diretto l’Orchestra Cherubini in “Le ultime sette parole di Cristo in croce” di Joseph Haydn, nel gennaio del 2021 e disse: “Questo è un luogo unico… Anche l'acustica è straordinaria… dove i suoni si riproducono in maniera naturale. In questa sala meravigliosa si ripresenta l'emozione di essere immersi tra la storia e la bellezza”.

Il Parco Reale e il Giardino Inglese
Il Museo Verde, costituito dal Parco e dal Giardino, che si estende su una superficie di 123 ettari, è espressione di una visione paesaggistica complessa. Il Parco Reale, ideato dall’ingegno dell’architetto Vanvitelli, è un tipico esempio di giardino all'italiana costruito con vasti prati, aiuole e rigogliosi giochi d'acqua. Lungo l’asse centrale si susseguono, infatti, grandi vasche con fontane e cascate ornate da grandi gruppi scultorei che creano un effetto scenografico di grande impatto. La via d’acqua culmina nel Torrione e nella grande Cascata. Il tutto è alimentato dall’Acquedotto Carolino.



Nell'area laterale della parte bassa del Parco Reale, all’interno del Bosco Vecchio, ci sono la Peschiera grande, costruita e voluta da Ferdinando IV per dilettarsi con piccole battaglie navali, e la Castelluccia, luogo di giochi e svago dei piccoli Principi.
Il Giardino Inglese, nella parte superiore del Museo verde, fu fortemente voluto da Maria Carolina d'Asburgo, sorella di Maria Antonietta di Francia. Esso si caratterizza per un apparente disordine "naturale" di corsi d'acqua, finti ruderi, come il Criptoportico nel Bagno di Venere che accoglie le statue provenienti dagli scavi di Pompei e dalla collezione Farnese, e i ruderi del Tempio dorico. Il Giardino Inglese ha un ricco e prezioso patrimonio vegetale. Qui furono messi a dimora numerosi esemplari esotici e provenienti da tutto il mondo.

L'Acquedotto Carolino
Fu pensato e progettato anch’esso dall’architetto Luigi Vanvitelli su commissione di Carlo di Borbone per alimentare i giochi d’acqua della Reggia e dell’intero palazzo e per approvvigionare il territorio circostante. L'intero tracciato dell’acquedotto si snoda per una lunghezza di 38 km ed è visibile, in tutta la sua magnificenza, per un tratto fuori terra a circa 10 chilometri dal Palazzo Reale, nel territorio di Valle di Maddaloni. Il ponte è un’imponente struttura in tufo con tre ordini di archi a tutto sesto che si innalza per un’altezza di 60 metri e una lunghezza di circa 500 metri.



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Frammenti di Paradiso alla Reggia di Caserta

di Silvia Lunardo 08 maggio 2022

Dal 1° luglio al 16 ottobre l’articolata e grandiosa residenza reale, patrimonio Unesco, ospiterà la mostra Frammenti di Paradiso.

Giardini nel tempo alla Reggia di Caserta, curata da Tiziana Maffei, direttore della Reggia di Caserta, Alberta Campitelli e Alessandro Cremona.
La meravigliosa residenza voluta da Re Carlo di Borbone e plasmata da Luigi Vanvitelli ospiterà ben duecento opere tra disegni , dipinti , sculture e oggetti d’arte che raccontano la storia del giardino.

Il Re e la sua consorte Maria Amalia di Sassonia diedero al Regno di Napoli dal 1734 quel riflesso e quello splendore di un potere con raffinata e cosmopolita cultura attraverso il Palazzo e il Parco Reale, il Teatro di Corte e l’ Acquedotto Carolino.
La magnificenza del formale giardino all’italiana con i suoi filari ordinati, l’architettura vegetale e i giochi d’acqua, raccontato attraverso opere che rappresentano il vissuto di un paese tra ville e vicende, dal Rinascimento ai primi dell’ Ottocento, una diversità di paesaggi, stili di vita e modelli culturali che richiamano quello che rappresenta il modello del dopo medioevo: il recupero e la rivalutazione della classicità come modello della naturalità dell’uomo, mettere in discussione la precedente alterazione dettata dall’influenza religiosa con una sperimentazione pratica e il richiamo alle origini, alla riconquista dell’ Eden, il giardino perduto.


Tiziana Maffei direttrice Reggia di Caserta

“Parchi e giardini storici sono un’identità culturale profonda dell’Europa - afferma Tiziana Maffei - il ruolo della sapienza paesaggistica italiana nel passato è indiscussa. Oggi, finalmente, ne stiamo acquisendo la piena consapevolezza. La scelta di dedicare una misura specifica nel PNRR al restauro e alla gestione di questi luoghi meravigliosi offre l’opportunità per occuparsi con responsabilità di questo prezioso per quanto fragile patrimonio. L’esposizione della Reggia di Caserta, risultato di un impegnativo lavoro di ricerca grazie alla collaborazione di molti istituti nazionali e studiosi, narra al grande pubblico, così come agli addetti ai lavori, i diversi valori che si celano dietro queste piccole rappresentazioni di paradiso, ricordando le esigenze urgenti di salvaguardia per assicurare la piena accessibilità e la trasmissione nel futuro di tanta bellezza”.

L’evoluzione del giardino dal “formale” al “pittoresco”, non più solo definito e circoscritto come spazio teatro, ma soprattutto ricco di elementi naturali da scoprire man mano che si passeggia, una natura libera, ma mai incolta che dialoga armoniosa con grotte, ruscelli e alberi.

“Nel creare giardini - spiega Alberta Campitelli - si esorcizza l’idea di una natura oscura ed estranea: lo spazio armonioso, controllato e organizzato del giardino è un microcosmo dominato dall’uomo e che evoca il paradiso terrestre. Nel giardino diverse trame si intersecano: il giardino è narrazione mediata da simboli. Il giardino è percorso di scoperta. Il giardino è trasmissione di messaggi. Il giardino è sperimentazione scientifica. Il giardino è creatura vivente che nasce, si trasforma, scompare. L’immagine in un dipinto gli dona immortalità, cristallizza un momento di splendore e ne celebra il committente. Nel caleidoscopio di immagini del percorso della mostra il visitatore entra in questo mondo affascinante dove può trovare il proprio paradiso”.



Riferimenti culturali di ritorno dalla Francia e l’apporto nord europeo della consorte del Re hanno conferito alla Reggia quello che è il perfetto equilibrio tra il richiamo alla classicità e l’ unicità dei paesaggi lasciati respirare nella loro ambientazione geografica: così prende voce il paesaggio agreste e marino e la maestosa presenza del Vesuvio, per l’ immenso Museo Verde del Complesso vanvitelliano, che si estende con 123 ettari di Parco, 60 di bosco e circa 40 chilometri di acquedotto, realizzato a partire dal 1752. Una connessione con il Palazzo Reale rappresentata da uno straordinario progetto di spazio aperto appositamente creato per meravigliare, stupire e affascinare i visitatori.

“Entrando nel parco della Reggia di Caserta - commenta Alessandro Cremona - quasi ci s’immerge nella totalità dei significati che contraddistinguono il giardino occidentale, e in particolare quello italiano. Il rapporto con la “dimora” e con il paesaggio circostante, la finalità ricreativa e quella utilitaristica, gli scopi celebrativi e suntuari, l’offerta percettiva e di gusto declinata tra impianto formale e quello paesaggistico “all’inglese”. Di questa straordinaria complessità si fa filo conduttore la mostra, che attraversa il labirinto paradisiaco del giardino dipinto e immaginato e induce il visitatore a “deliziarsi” della visione degli splendidi giardini vanvitelliani”.

Opere provenienti da collezioni private, prestigiosi musei comporranno quella che sarà una narrazione dello stile, del bello italiano, che rapisce e incanta ancora oggi lo sguardo curioso dei turisti e quello compiaciuto (e a volte sorpreso) degli italiani. Gaspar van Wittel, Claude Lorrain, Paolo Anesi, Pietro e Gianlorenzo Bernini, Hubert Robert, Hendrick van Cleve III, Jules-César-Denis van Loo, Giusto Utens, Joseph Heintz il giovane, alcuni dei nomi che troverete nelle sezioni della mostra e soffermandosi con attenzione su Jacob Philipp Hackert che dedicò diverse opere a giardini e paesaggi campani, rappresentando al meglio lo splendore dell’Italia meridionale.



Le sezioni sviluppano i temi che si dipanano dalla Reggia di Caserta e dalla sua storia, accostando e raffrontando quanto è stato prodotto da altre committenze e da altri contesti:
- la Reggia di Caserta e i suoi modelli, con le celebri raffigurazioni del Parco Reale della Reggia di Caserta accostate a quelle dei giardini che Carlo e Maria Amalia hanno conosciuto e vissuto nei loro paesi d’origine e che hanno plasmato il loro gusto;
- il rapporto tra giardino e paesaggio messo in luce nelle vedute di noti giardini che spaziano dalla Campania al Lazio, alle Marche, alla Toscana e al Piemonte, interpretati dai maggiori artisti delle epoche considerate;
- i giardini come scenografia per esplicitare come l’esibizione del potere, le feste, il teatro, hanno sempre avuto i giardini come fondale privilegiato, adattato e declinato secondo le funzioni che accoglievano;
- l’acqua e i giardini nel quale la prima è protagonista spettacolare di giochi, fontane e vie d’acqua, ma anche affaccio privilegiato lungo i laghi, i fiumi e il mare;
- giardino e selvatico nel quale si esaltano boschi e tenute a complemento delle ville e dei giardini, dalla tradizione dei giardini medicei fino all’Ottocento;
- i giardini quali scenari di narrazioni sacre e mitologiche, dalla raffigurazione del Cristo “giardiniere” agli episodi mitologici o letterari, fino alle allegorie delle stagioni, quali quelle di Pietro e Gianlorenzo Bernini;
- la botanica in giardino, elemento vegetale quale protagonista con ruoli e funzioni diverse legate, ad esempio, alla “tulipomania” oppure all’introduzione di piante esotiche e l’affermarsi della scienza botanica.



Promuovere attraverso questa mostra l’importanza del valore del nostro inestimabile (quanto fragile) patrimonio culturale e territoriale, che nel tempo ha costituito una mappatura del percorso dell’uomo e l’interazione con la natura che lo circonda e che trova nella Reggia di Caserta perfetta rappresentanza. Un benessere sociale da fruire e condividere grazie anche alla promozione delle istituzioni nel conservare e valorizzare i giardini e le dimore storiche.

Ma non solo ricordi dal passato: grazie alla Fondazione Kainon, partner tecnico, sarà possibile vedere una prima parte del giardino immaginato da Luigi Vanvitelli mediante ricostruzione virtuale.
La mostra sarà arricchita anche dal lavoro di artisti contemporanei lasciati liberi di interpretare in chiave libera il concetto di giardino quale possibile Paradiso.

La mostra, organizzata dal Museo della Reggia di Caserta con Opera Laboratori, si avvale di un prestigioso Comitato scientifico internazionale e del contributo fondamentale degli Orti Botanici di Napoli e Portici. L’iniziativa è realizzata in partenariato con la Camera di Commercio di Caserta e con il supporti di Amici della Reggia di Caserta, Colonnese&Friends, Associazione Parchi e Giardini d’Italia, Grandi Giardini Italiani e European Route of Historic gardens.



LA REGGIA DI CASERTA

Il Palazzo Reale e le Collezioni
Lo straordinario Palazzo Reale, voluto da re Carlo di Borbone e progettato dall’architetto Luigi Vanvitelli, è una struttura monumentale che occupa 47.000 mq e si innalza per ben cinque piani.
Il percorso museale degli Appartamenti Reali si raggiunge accedendo dal meraviglioso Scalone Reale che collega il Vestibolo inferiore a quello superiore. Dal Vestibolo superiore si accede alla Cappella Palatina e quindi agli Appartamenti reali. L’ambiente più maestoso degli Appartamenti Reali è certamente la Sala del Trono, adibita al ricevimento delle personalità di spicco del tempo. Di grande pregio anche le altre Sale dell’Ottocento che seguono come la Camera da letto di Gioacchino Murat, la Camera da letto di Francesco II. Nell’ala del Settecento, il percorso prosegue con le Sale delle Stagioni, il Boudoir di Maria Carolina, con la Biblioteca Palatina, la Pinacoteca e il Presepe di Corte, grande passione della nobile famiglia reale.

Ad oggi il percorso è “contaminato” dalla presenza di opere appartenenti alla collezione di Lucio Amelio Terrae Motus, che vanta lavori di artisti contemporanei di fama internazionale come Josef Beuys, Andy Warhol, Keith Haring, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino, Mario Schifano, Gianni Pisani, Robert Mapplethorpe e Jannis Kounellis.



Il Teatro di Corte
È un esemplare di straordinaria bellezza dell’architettura teatrale settecentesca, caratterizzato da una platea a forma di ferro di cavallo arricchita da colonne a ordine gigante. Il palco venne predisposto in modo che potesse aprirsi sul Parco della Reggia all’occorrenza di necessità sceniche, come ad esempio la simulazione dell'incendio di Cartagine in occasione della rappresentazione della Didone abbandonata, opera di Pietro Metastasio nel 1770. Grandi artisti hanno calcato il palco del teatro vanvitelliano nel corso dei secoli fino ad oggi. Riccardo Muti vi ha diretto l’Orchestra Cherubini in “Le ultime sette parole di Cristo in croce” di Joseph Haydn, nel gennaio del 2021 e disse: “Questo è un luogo unico… Anche l'acustica è straordinaria… dove i suoni si riproducono in maniera naturale. In questa sala meravigliosa si ripresenta l'emozione di essere immersi tra la storia e la bellezza”.

Il Parco Reale e il Giardino Inglese
Il Museo Verde, costituito dal Parco e dal Giardino, che si estende su una superficie di 123 ettari, è espressione di una visione paesaggistica complessa. Il Parco Reale, ideato dall’ingegno dell’architetto Vanvitelli, è un tipico esempio di giardino all'italiana costruito con vasti prati, aiuole e rigogliosi giochi d'acqua. Lungo l’asse centrale si susseguono, infatti, grandi vasche con fontane e cascate ornate da grandi gruppi scultorei che creano un effetto scenografico di grande impatto. La via d’acqua culmina nel Torrione e nella grande Cascata. Il tutto è alimentato dall’Acquedotto Carolino.



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L'Acquedotto Carolino
Fu pensato e progettato anch’esso dall’architetto Luigi Vanvitelli su commissione di Carlo di Borbone per alimentare i giochi d’acqua della Reggia e dell’intero palazzo e per approvvigionare il territorio circostante. L'intero tracciato dell’acquedotto si snoda per una lunghezza di 38 km ed è visibile, in tutta la sua magnificenza, per un tratto fuori terra a circa 10 chilometri dal Palazzo Reale, nel territorio di Valle di Maddaloni. Il ponte è un’imponente struttura in tufo con tre ordini di archi a tutto sesto che si innalza per un’altezza di 60 metri e una lunghezza di circa 500 metri.



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Frammenti di Paradiso alla Reggia di Caserta

di Silvia Lunardo 08 maggio 2022

Dal 1° luglio al 16 ottobre l’articolata e grandiosa residenza reale, patrimonio Unesco, ospiterà la mostra Frammenti di Paradiso.

Giardini nel tempo alla Reggia di Caserta, curata da Tiziana Maffei, direttore della Reggia di Caserta, Alberta Campitelli e Alessandro Cremona.
La meravigliosa residenza voluta da Re Carlo di Borbone e plasmata da Luigi Vanvitelli ospiterà ben duecento opere tra disegni , dipinti , sculture e oggetti d’arte che raccontano la storia del giardino.

Il Re e la sua consorte Maria Amalia di Sassonia diedero al Regno di Napoli dal 1734 quel riflesso e quello splendore di un potere con raffinata e cosmopolita cultura attraverso il Palazzo e il Parco Reale, il Teatro di Corte e l’ Acquedotto Carolino.
La magnificenza del formale giardino all’italiana con i suoi filari ordinati, l’architettura vegetale e i giochi d’acqua, raccontato attraverso opere che rappresentano il vissuto di un paese tra ville e vicende, dal Rinascimento ai primi dell’ Ottocento, una diversità di paesaggi, stili di vita e modelli culturali che richiamano quello che rappresenta il modello del dopo medioevo: il recupero e la rivalutazione della classicità come modello della naturalità dell’uomo, mettere in discussione la precedente alterazione dettata dall’influenza religiosa con una sperimentazione pratica e il richiamo alle origini, alla riconquista dell’ Eden, il giardino perduto.


Tiziana Maffei direttrice Reggia di Caserta

“Parchi e giardini storici sono un’identità culturale profonda dell’Europa - afferma Tiziana Maffei - il ruolo della sapienza paesaggistica italiana nel passato è indiscussa. Oggi, finalmente, ne stiamo acquisendo la piena consapevolezza. La scelta di dedicare una misura specifica nel PNRR al restauro e alla gestione di questi luoghi meravigliosi offre l’opportunità per occuparsi con responsabilità di questo prezioso per quanto fragile patrimonio. L’esposizione della Reggia di Caserta, risultato di un impegnativo lavoro di ricerca grazie alla collaborazione di molti istituti nazionali e studiosi, narra al grande pubblico, così come agli addetti ai lavori, i diversi valori che si celano dietro queste piccole rappresentazioni di paradiso, ricordando le esigenze urgenti di salvaguardia per assicurare la piena accessibilità e la trasmissione nel futuro di tanta bellezza”.

L’evoluzione del giardino dal “formale” al “pittoresco”, non più solo definito e circoscritto come spazio teatro, ma soprattutto ricco di elementi naturali da scoprire man mano che si passeggia, una natura libera, ma mai incolta che dialoga armoniosa con grotte, ruscelli e alberi.

“Nel creare giardini - spiega Alberta Campitelli - si esorcizza l’idea di una natura oscura ed estranea: lo spazio armonioso, controllato e organizzato del giardino è un microcosmo dominato dall’uomo e che evoca il paradiso terrestre. Nel giardino diverse trame si intersecano: il giardino è narrazione mediata da simboli. Il giardino è percorso di scoperta. Il giardino è trasmissione di messaggi. Il giardino è sperimentazione scientifica. Il giardino è creatura vivente che nasce, si trasforma, scompare. L’immagine in un dipinto gli dona immortalità, cristallizza un momento di splendore e ne celebra il committente. Nel caleidoscopio di immagini del percorso della mostra il visitatore entra in questo mondo affascinante dove può trovare il proprio paradiso”.



Riferimenti culturali di ritorno dalla Francia e l’apporto nord europeo della consorte del Re hanno conferito alla Reggia quello che è il perfetto equilibrio tra il richiamo alla classicità e l’ unicità dei paesaggi lasciati respirare nella loro ambientazione geografica: così prende voce il paesaggio agreste e marino e la maestosa presenza del Vesuvio, per l’ immenso Museo Verde del Complesso vanvitelliano, che si estende con 123 ettari di Parco, 60 di bosco e circa 40 chilometri di acquedotto, realizzato a partire dal 1752. Una connessione con il Palazzo Reale rappresentata da uno straordinario progetto di spazio aperto appositamente creato per meravigliare, stupire e affascinare i visitatori.

“Entrando nel parco della Reggia di Caserta - commenta Alessandro Cremona - quasi ci s’immerge nella totalità dei significati che contraddistinguono il giardino occidentale, e in particolare quello italiano. Il rapporto con la “dimora” e con il paesaggio circostante, la finalità ricreativa e quella utilitaristica, gli scopi celebrativi e suntuari, l’offerta percettiva e di gusto declinata tra impianto formale e quello paesaggistico “all’inglese”. Di questa straordinaria complessità si fa filo conduttore la mostra, che attraversa il labirinto paradisiaco del giardino dipinto e immaginato e induce il visitatore a “deliziarsi” della visione degli splendidi giardini vanvitelliani”.

Opere provenienti da collezioni private, prestigiosi musei comporranno quella che sarà una narrazione dello stile, del bello italiano, che rapisce e incanta ancora oggi lo sguardo curioso dei turisti e quello compiaciuto (e a volte sorpreso) degli italiani. Gaspar van Wittel, Claude Lorrain, Paolo Anesi, Pietro e Gianlorenzo Bernini, Hubert Robert, Hendrick van Cleve III, Jules-César-Denis van Loo, Giusto Utens, Joseph Heintz il giovane, alcuni dei nomi che troverete nelle sezioni della mostra e soffermandosi con attenzione su Jacob Philipp Hackert che dedicò diverse opere a giardini e paesaggi campani, rappresentando al meglio lo splendore dell’Italia meridionale.



Le sezioni sviluppano i temi che si dipanano dalla Reggia di Caserta e dalla sua storia, accostando e raffrontando quanto è stato prodotto da altre committenze e da altri contesti:
- la Reggia di Caserta e i suoi modelli, con le celebri raffigurazioni del Parco Reale della Reggia di Caserta accostate a quelle dei giardini che Carlo e Maria Amalia hanno conosciuto e vissuto nei loro paesi d’origine e che hanno plasmato il loro gusto;
- il rapporto tra giardino e paesaggio messo in luce nelle vedute di noti giardini che spaziano dalla Campania al Lazio, alle Marche, alla Toscana e al Piemonte, interpretati dai maggiori artisti delle epoche considerate;
- i giardini come scenografia per esplicitare come l’esibizione del potere, le feste, il teatro, hanno sempre avuto i giardini come fondale privilegiato, adattato e declinato secondo le funzioni che accoglievano;
- l’acqua e i giardini nel quale la prima è protagonista spettacolare di giochi, fontane e vie d’acqua, ma anche affaccio privilegiato lungo i laghi, i fiumi e il mare;
- giardino e selvatico nel quale si esaltano boschi e tenute a complemento delle ville e dei giardini, dalla tradizione dei giardini medicei fino all’Ottocento;
- i giardini quali scenari di narrazioni sacre e mitologiche, dalla raffigurazione del Cristo “giardiniere” agli episodi mitologici o letterari, fino alle allegorie delle stagioni, quali quelle di Pietro e Gianlorenzo Bernini;
- la botanica in giardino, elemento vegetale quale protagonista con ruoli e funzioni diverse legate, ad esempio, alla “tulipomania” oppure all’introduzione di piante esotiche e l’affermarsi della scienza botanica.



Promuovere attraverso questa mostra l’importanza del valore del nostro inestimabile (quanto fragile) patrimonio culturale e territoriale, che nel tempo ha costituito una mappatura del percorso dell’uomo e l’interazione con la natura che lo circonda e che trova nella Reggia di Caserta perfetta rappresentanza. Un benessere sociale da fruire e condividere grazie anche alla promozione delle istituzioni nel conservare e valorizzare i giardini e le dimore storiche.

Ma non solo ricordi dal passato: grazie alla Fondazione Kainon, partner tecnico, sarà possibile vedere una prima parte del giardino immaginato da Luigi Vanvitelli mediante ricostruzione virtuale.
La mostra sarà arricchita anche dal lavoro di artisti contemporanei lasciati liberi di interpretare in chiave libera il concetto di giardino quale possibile Paradiso.

La mostra, organizzata dal Museo della Reggia di Caserta con Opera Laboratori, si avvale di un prestigioso Comitato scientifico internazionale e del contributo fondamentale degli Orti Botanici di Napoli e Portici. L’iniziativa è realizzata in partenariato con la Camera di Commercio di Caserta e con il supporti di Amici della Reggia di Caserta, Colonnese&Friends, Associazione Parchi e Giardini d’Italia, Grandi Giardini Italiani e European Route of Historic gardens.



LA REGGIA DI CASERTA

Il Palazzo Reale e le Collezioni
Lo straordinario Palazzo Reale, voluto da re Carlo di Borbone e progettato dall’architetto Luigi Vanvitelli, è una struttura monumentale che occupa 47.000 mq e si innalza per ben cinque piani.
Il percorso museale degli Appartamenti Reali si raggiunge accedendo dal meraviglioso Scalone Reale che collega il Vestibolo inferiore a quello superiore. Dal Vestibolo superiore si accede alla Cappella Palatina e quindi agli Appartamenti reali. L’ambiente più maestoso degli Appartamenti Reali è certamente la Sala del Trono, adibita al ricevimento delle personalità di spicco del tempo. Di grande pregio anche le altre Sale dell’Ottocento che seguono come la Camera da letto di Gioacchino Murat, la Camera da letto di Francesco II. Nell’ala del Settecento, il percorso prosegue con le Sale delle Stagioni, il Boudoir di Maria Carolina, con la Biblioteca Palatina, la Pinacoteca e il Presepe di Corte, grande passione della nobile famiglia reale.

Ad oggi il percorso è “contaminato” dalla presenza di opere appartenenti alla collezione di Lucio Amelio Terrae Motus, che vanta lavori di artisti contemporanei di fama internazionale come Josef Beuys, Andy Warhol, Keith Haring, Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino, Mario Schifano, Gianni Pisani, Robert Mapplethorpe e Jannis Kounellis.



Il Teatro di Corte
È un esemplare di straordinaria bellezza dell’architettura teatrale settecentesca, caratterizzato da una platea a forma di ferro di cavallo arricchita da colonne a ordine gigante. Il palco venne predisposto in modo che potesse aprirsi sul Parco della Reggia all’occorrenza di necessità sceniche, come ad esempio la simulazione dell'incendio di Cartagine in occasione della rappresentazione della Didone abbandonata, opera di Pietro Metastasio nel 1770. Grandi artisti hanno calcato il palco del teatro vanvitelliano nel corso dei secoli fino ad oggi. Riccardo Muti vi ha diretto l’Orchestra Cherubini in “Le ultime sette parole di Cristo in croce” di Joseph Haydn, nel gennaio del 2021 e disse: “Questo è un luogo unico… Anche l'acustica è straordinaria… dove i suoni si riproducono in maniera naturale. In questa sala meravigliosa si ripresenta l'emozione di essere immersi tra la storia e la bellezza”.

Il Parco Reale e il Giardino Inglese
Il Museo Verde, costituito dal Parco e dal Giardino, che si estende su una superficie di 123 ettari, è espressione di una visione paesaggistica complessa. Il Parco Reale, ideato dall’ingegno dell’architetto Vanvitelli, è un tipico esempio di giardino all'italiana costruito con vasti prati, aiuole e rigogliosi giochi d'acqua. Lungo l’asse centrale si susseguono, infatti, grandi vasche con fontane e cascate ornate da grandi gruppi scultorei che creano un effetto scenografico di grande impatto. La via d’acqua culmina nel Torrione e nella grande Cascata. Il tutto è alimentato dall’Acquedotto Carolino.



Nell'area laterale della parte bassa del Parco Reale, all’interno del Bosco Vecchio, ci sono la Peschiera grande, costruita e voluta da Ferdinando IV per dilettarsi con piccole battaglie navali, e la Castelluccia, luogo di giochi e svago dei piccoli Principi.
Il Giardino Inglese, nella parte superiore del Museo verde, fu fortemente voluto da Maria Carolina d'Asburgo, sorella di Maria Antonietta di Francia. Esso si caratterizza per un apparente disordine "naturale" di corsi d'acqua, finti ruderi, come il Criptoportico nel Bagno di Venere che accoglie le statue provenienti dagli scavi di Pompei e dalla collezione Farnese, e i ruderi del Tempio dorico. Il Giardino Inglese ha un ricco e prezioso patrimonio vegetale. Qui furono messi a dimora numerosi esemplari esotici e provenienti da tutto il mondo.

L'Acquedotto Carolino
Fu pensato e progettato anch’esso dall’architetto Luigi Vanvitelli su commissione di Carlo di Borbone per alimentare i giochi d’acqua della Reggia e dell’intero palazzo e per approvvigionare il territorio circostante. L'intero tracciato dell’acquedotto si snoda per una lunghezza di 38 km ed è visibile, in tutta la sua magnificenza, per un tratto fuori terra a circa 10 chilometri dal Palazzo Reale, nel territorio di Valle di Maddaloni. Il ponte è un’imponente struttura in tufo con tre ordini di archi a tutto sesto che si innalza per un’altezza di 60 metri e una lunghezza di circa 500 metri.



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