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Comune di Alia - Regione Siciliana - BCsicilia. Nell’ambito della manifestazione “Le Notti di BCsicilia” domenica 25 Agosto 2024 ore 18.30 Alia la presentazione del libro DELITTO ALLA GURFA di Francesco Teriaca.


Redazione 24 agosto 2024

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240822-Milano

Galleria Gli Eroici Furori - Via Melzo 30, Milano dal 18 settembre al 2 ottobre 2024


Durante la Milano Fashion Week 2024, la Galleria presenta la fotografa bolognese Anna Caterina Masotti con la mostra “A Single Moment”
di Gianmarco Albani 22 agosto 2024

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240819-Locandina

A Ragusa inaugurazione dell'evento espositivo “Evanescenze: Oltre l’Orizzonte” - Personale di pittura di Rosanna Criscione


Appuntamento mercoledì 28 agosto ore 18:00 in via Matteotti,61
Redazione 19 agosto 2024

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240811-Orchestra

MATERA.L’ORCHESTRA SINFONICA PROSEGUE IL TOUR DELLA PROVINCIA CON UN OMAGGIO A DE ANDRE’ E AI CANTAUTORI DELLA SCUOLA GENOVESE


di Anna Maria Massaro 11 agosto 2024

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240805-Dame

A Santa Margherita di Belice la Tavola del Gattopardo Candidata ad “Ambasciatrice dell’Identità Territoriale


di Giovanni Bono 05 agosto 2024

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 240822-Midiri.jpg <<MANCA    

Rettore Midiri: “All’Università di Palermo il nuovo Corso di Laurea in Medicina Veterinaria”


Redazione 22 agosto 2024

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240819-Zaini

Lions Sciacca Host. Il Leo Club ha realizzato con successo l’iniziativa “Zaini di Speranza: tra le righe della solidarietà“, per sostenere i bambini e le famiglie in difficoltà attraverso la distribuzione di materiale scolastico.


Redazione 19 agosto 2024

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240819-Don-Luigi-Sturzo-e-Alcide-De-Gasperi

70° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI ALCIDE DE GASPERI E 65° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI DON LUIGI STURZO


L’attualità del loro insegnamento
Redazione

In questo mese di agosto 2024 ricorrono il 70° anniversario della morte di Alcide De Gasperi, morto il 19 agosto 1954 e il 65° anniversario della morte di Don Luigi Sturzo, morto l’8 agosto 1959. Si tratta di due grandi della storia politica dell’Italia del Novecento, fortemente legati fra loro. De Gasperi infatti considerava Don Sturzo un maestro. Don Luigi Sturzo ed Alcide De Gasperi costituiscono due modelli di pensiero ed azione politica ed hanno ancor oggi una straordinaria attualità. Evidenzierò solo alcuni aspetti del loro ricchissimo lascito ideale, quelli che mi appaiono più significativi per il tempo presente.

Don Luigi Sturzo è stato un sostenitore strenuo della libertà, di tutte le libertà, e, nell’ambito della sua battaglia per le libertà, ha sostenuto l’autonomia degli enti locali, comprese le Regioni, nei confronti dello Stato accentratore. Sturzo è stato quindi un promotore dell’autonomia delle Regioni, laddove con tale autonomia le Regioni potessero rispondere meglio dello Stato ai bisogni dei territori regionali. Sturzo connetteva però al suo sostegno alle autonomie regionali il principio di responsabilità. Le Regioni che avessero ottenuto autonomia dallo Stato su un certo numero di materie dovevano, secondo Sturzo, finanziare da sé stesse, attraverso tributi propri regionali, l’esercizio delle competenze loro attribuite, tutto il contrario/2024 recentemente approvata dal Parlamento ( cosiddetta legge Calderoli) che, nel disciplinare l’attuazione della cosiddetta autonomia regionale differenziata, prevede invece che le Regioni, che otterranno l’autonomia differenziata, si finanzieranno con una compartecipazione al gettito di tributi statali maturatisi nel loro territorio. Laddove Sturzo sosteneva un’autonomia regionale responsabile, capace di assumersi su di sé i costi dell’autonomia, l’autonomismo del Governo Meloni, con in testa la Lega, è un autonomismo irresponsabile, con il quale si permette che le Regioni abbiano ulteriori competenze, ma con costi a carico delle finanze dello Stato. Nel quadro del suo pensiero autonomista Don Sturzo inoltre auspicava che si dovesse costituire un fondo perequativo nazionale, con il quale lo Stato avrebbe dovuto finanziare i territori regionali più deboli, svolgendo così un’azione volta ad eliminare le sperequazioni esistenti fra le varie Regioni italiane, un fondo perequativo nazionale di cui non vi è traccia nella legge Calderoli sull’autonomia differenziata, benché il fondo perequativo nazionale sia espressamente previsto dall’art. 119 della Costituzione. Ecco che allora il pensiero sulle autonomie regionali di Don Luigi Sturzo è un faro di luce per capire, per chi lo vuol capire, quanto profondamente ingiusta sia la legge sull’autonomia differenziata recentemente approvata, rispetto alla quale è stato proposto un referendum abrogativo totale.

Laddove l’autonomismo di Don Sturzo si integra con i principi di responsabilità e di solidarietà, l’autonomismo che emerge dalla cosiddetta legge Calderoli è un autonomismo irresponsabile, che risponde soltanto ad istanze di egoismo territoriale.

Venendo ora alla figura di Alcide De Gasperi, presidente del consiglio nel secondo dopoguerra, credo che il principale aspetto della sua attualità stia nel fatto che De Gasperi ha incarnato, soprattutto nel biennio 1946-1947, il metodo della mediazione, come strumento di composizione dei conflitti politici nell’Italia uscita dalle ceneri della guerra e del fascismo. Gli anni 1946- 1947 furono anni difficilissimi per l’Italia e soprattutto in questo biennio De Gasperi mediò moltissimo con forze politiche radicalmente opposte alla Democrazia cristiana, in particolare con i comunisti e con i socialisti, affinché tutte le forze politiche che avevano fatto parte del Comitato di Liberazione Nazionale potessero scrivere ed approvare insieme la Costituzione della neonata Repubblica. Fu certamente grazie alle sue grandi doti di paziente mediatore che l’Italia poté avere una Costituzione approvata a larghissima maggioranza, con il contributo fondamentale, oltre che della Dc, anche dei comunisti e dei socialisti, anch’essi capaci, al di là delle contrapposizioni ideologiche, di far prevalere il buon senso nella fase di redazione della Carta fondamentale, costitutiva del nuovo corso repubblicano.

Oggi il metodo della mediazione, così esemplarmente rappresentato da Alcide De Gasperi, è da tempo gravemente mancante nella politica italiana, soprattutto rispetto al varo di riforme di sistema, come quella sull’autonomia differenziata, e ancor più rispetto al tema delle riforme costituzionali.

Da troppo tempo le proposte di riforma della Costituzione sono approvate in via unilaterale; l’attuale maggioranza di centro destra sta procedendo all’approvazione del cosiddetto Premierato, imponendo all’opposizione la sua riforma costituzionale; in passato una risicata maggioranza parlamentare, questa volta di centro sinistra, ha approvato nel 2001, da sola, la riforma del Titolo V della Costituzione; e nell’arco temporale che va dal 2001 ad oggi, altre proposte di riforma costituzionale, tentate unilateralmente prima da Berlusconi e poi da Renzi, sono state bocciate in sede di referendum popolari confermativi.

Gli esiti per lo più fallimentari e divisivi di tali tentativi unilaterali di riforma costituzionale ci fanno comprendere l’attualità della figura di De Gasperi, un’attualità che emerge in termini di mancanza nella politica italiana di quel metodo del paziente dialogo e di mediazione, di cui De Gasperi continua ad essere modello di riferimento e di cui oggi più che mai la politica italiana ha bisogno per approdare a riforme costituzionali ampiamente condivise.

Un altro aspetto di attualità del lascito di Alcide De Gasperi sta nella sua idea di Europa. De Gasperi è considerato un padre dell’Unione Europea, unitamente a Schuman e ad Adenauer. Il motivo che ispirava De Gasperi a farsi promotore di un’Europa unita era il desiderio di pace che egli voleva assicurare ai popoli europei dopo la fine del secondo conflitto mondiale, che aveva visto nazioni europee una contro l’altra. L’Europa unita doveva innanzitutto garantire la pace all’interno dei propri confini, ma anche farsi promotrice di pace all’esterno dei propri confini.

E’ in relazione a questi motivi ispiratori di pace, che De Gasperi, con Schuman e Adenauer, si fece promotore della costruzione di un esercito comune europeo. Eliminando gli eserciti nazionali e sostituendoli con un esercito comune europeo, si sarebbe definitivamente evitato ogni possibile conflitto fra Stati europei, e si sarebbe data all’Europa unita una capacità militare orientata al mantenimento della pace anche all’esterno dei suoi confini. Il progetto di De Gasperi, Schuman ed Adenauer finalizzato alla costruzione di un esercito comune europeo non andò in porto per la mancata approvazione da parte del Parlamento francese del Trattato istitutivo della Ced (Comunità europea di difesa).

Avv.Stefano Scaduto 19 Agosto 2024
Presidente Centro Studi De Gasperi Sciacca


Dove sta l’attualità di De Gasperi nella sua idea di Europa rispetto all’Europa di oggi?

E’ ancora una volta un’attualità che emerge per mancanza, mancanza di quello che l’Unione europea dovrebbe essere e di come dovrebbe operare, per rispondere pienamente ai motivi ispiratori della sua fondazione.

Certamente l’Unione Europea ha realizzato uno dei sogni di De Gasperi, e degli altri padri fondatori, quello di garantire la pace all’interno dei suoi confini, il più lungo periodo di pace che la storia di Europa conosca. Ma per De Gasperi l’Europa doveva essere anche promotrice di pace nel mondo. Purtroppo l’attuale politica dell’Unione Europea, soprattutto in relazione ai conflitti russo-ucraino e a quello medio orientale, ha dimostrato la mancanza finora di un’azione diplomatica europea finalizzata alla composizione dei due conflitti in corso. Rispetto al conflitto russo- ucraino si è verificato il paradosso che l’unico serio tentativo di azione diplomatica è stato svolto dal primo ministro turco Erdogan, nella totale assenza di un’azione analoga da parte delle istituzioni europee. E’ ragionevole pensare che De Gasperi non sarebbe contento di come l’Unione Europea svolge oggi la sua politica internazionale. E la sua attualità sta nel ricordare che l’idea che ha ispirato l’ Europa unita era innanzitutto un’idea di pace da promuovere anche all’esterno dei confini europei con una forte ed ampia azione diplomatica, di cui l’Unione Europea di oggi non è capace.

Ricordare l’Europa unita nella concezione che ne aveva De Gasperi ha senso allora di urgente attualità e dovrebbe orientare chi oggi governa l’Europa a conformare la politica europea all’idea ispiratrice di pace da cui le istituzioni europee sono nate.

In conclusione, tanto Alcide De Gasperi quanto Don Luigi Sturzo sono da menzionare unitamente per avere concepito la politica come fondata sulla moralità. Per entrambi era inconcepibile una politica che non fosse fondata sui valori morali, un insegnamento questo attualissimo, ancora una volta per mancanza nello scenario politico italiano di oggi di una prassi politica fondata su tale presupposto di intima unione fra politica e morale. E’ invece assolutamente dominante in Italia, nello svolgersi dell’azione politica, il metodo di un machiavellismo spicciolo, ove il fine giustifica tutti i mezzi possibili, non importa se immorali, o addirittura illeciti. E concludendo davvero, leggendo gli scritti di Don Luigi Sturzo e i discorsi di Alcide De Gasperi, chiunque li legga con attenzione rimarrà stupito di quanta speranza essi emanino; Don Luigi Sturzo ed Alcide De Gasperi sono ancora oggi alimentatori di speranza, perché entrambi avevano capito da dove attingere la Speranza.

Avv.Stefano Scaduto
Presidente Centro Studi De Gasperi di Scuacca

240807-locandina

Libri sotto le stelle.Salvatore Maira,docente universitario, regista e sceneggiatore, presenta a Sciacca il suo ultimo libro “TOPOGRAFIA DI UN DELITTO” (Bompiani) dedicato all’omicidio nel gennaio 1947 di Accursio Miraglia, segretario della Camera del Lavoro


Redazione 07 agosto 2024

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240804-gruppo-palco

Il Premio Letterario Internazionale "Tomasi di Lampedusa" allo scrittore francese Pierre Michon,assente per motivi di salute. A ritirato la sua compagna che ha letto il testo di una lettera immaginaria inviata al Principe di Salina protagonista del Gattopardo e al suo autore


Michon si è detto "onorato" per la scelta all'unanimità dalla giuria, presieduta da Salvatore Silvano Nigro del suo romamzo "Vite minuscole".
di Giacomo Glaviano 04 agosto 2024

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240822-Ferrara

Internazionale a Ferrara 2024:torna dal 4 al 6 ottobre l’appuntamento con il giornalismo dall’Italia e dal mondo


Oltre 150 ospiti da 26 Paesi: giornalisti, scrittori, attivisti, sociologi si confronteranno sui grandi temi dell’attualità
di Giacomo Glaviano 22 agosto 2024

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240819-Cefalù

Le Notti di BCsicilia: Cefalù, passeggiata archeologica lungo le mura megalitiche


Redazione 19 agosto 2024

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240813-Locandina

Ferragosto al Museo 2024: aperti in Campania musei, parchi archeologici e luoghi della cultura statali.


di Stefania Galiero 13 agosto 2024

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240805-Radar

Trani dal 4 ottobre al 30 novembre ospita Radar Festival internazionale di fotografia a impatto zero organizzato dalla Scuola in Arti Visive Spaziotempo.


di Giuseppe Liotta 05 agosto 2024

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240801-Ordine

SAN LUDOVICO IX,PATRONO DELL’ORDINE FRANCESCANO SECOLARE.


La Fraternità Regionale dell’OFS di Sicilia si ritroverà il 25 agosto per celebrare insieme la Festa di San Ludovico IX, Re di Francia e patrono dell’Ordine.
di Adriana D'Incerto 01 agosto 2024

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Redazione 24 agosto 2024

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Redazione 07 agosto 2024

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di Adriana D'Incerto 01 agosto 2024

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Redazione 22 agosto 2024

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Redazione 19 agosto 2024

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70° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI ALCIDE DE GASPERI E 65° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI DON LUIGI STURZO


L’attualità del loro insegnamento
Redazione

In questo mese di agosto 2024 ricorrono il 70° anniversario della morte di Alcide De Gasperi, morto il 19 agosto 1954 e il 65° anniversario della morte di Don Luigi Sturzo, morto l’8 agosto 1959. Si tratta di due grandi della storia politica dell’Italia del Novecento, fortemente legati fra loro. De Gasperi infatti considerava Don Sturzo un maestro. Don Luigi Sturzo ed Alcide De Gasperi costituiscono due modelli di pensiero ed azione politica ed hanno ancor oggi una straordinaria attualità. Evidenzierò solo alcuni aspetti del loro ricchissimo lascito ideale, quelli che mi appaiono più significativi per il tempo presente.

Don Luigi Sturzo è stato un sostenitore strenuo della libertà, di tutte le libertà, e, nell’ambito della sua battaglia per le libertà, ha sostenuto l’autonomia degli enti locali, comprese le Regioni, nei confronti dello Stato accentratore. Sturzo è stato quindi un promotore dell’autonomia delle Regioni, laddove con tale autonomia le Regioni potessero rispondere meglio dello Stato ai bisogni dei territori regionali. Sturzo connetteva però al suo sostegno alle autonomie regionali il principio di responsabilità. Le Regioni che avessero ottenuto autonomia dallo Stato su un certo numero di materie dovevano, secondo Sturzo, finanziare da sé stesse, attraverso tributi propri regionali, l’esercizio delle competenze loro attribuite, tutto il contrario/2024 recentemente approvata dal Parlamento ( cosiddetta legge Calderoli) che, nel disciplinare l’attuazione della cosiddetta autonomia regionale differenziata, prevede invece che le Regioni, che otterranno l’autonomia differenziata, si finanzieranno con una compartecipazione al gettito di tributi statali maturatisi nel loro territorio. Laddove Sturzo sosteneva un’autonomia regionale responsabile, capace di assumersi su di sé i costi dell’autonomia, l’autonomismo del Governo Meloni, con in testa la Lega, è un autonomismo irresponsabile, con il quale si permette che le Regioni abbiano ulteriori competenze, ma con costi a carico delle finanze dello Stato. Nel quadro del suo pensiero autonomista Don Sturzo inoltre auspicava che si dovesse costituire un fondo perequativo nazionale, con il quale lo Stato avrebbe dovuto finanziare i territori regionali più deboli, svolgendo così un’azione volta ad eliminare le sperequazioni esistenti fra le varie Regioni italiane, un fondo perequativo nazionale di cui non vi è traccia nella legge Calderoli sull’autonomia differenziata, benché il fondo perequativo nazionale sia espressamente previsto dall’art. 119 della Costituzione. Ecco che allora il pensiero sulle autonomie regionali di Don Luigi Sturzo è un faro di luce per capire, per chi lo vuol capire, quanto profondamente ingiusta sia la legge sull’autonomia differenziata recentemente approvata, rispetto alla quale è stato proposto un referendum abrogativo totale.

Laddove l’autonomismo di Don Sturzo si integra con i principi di responsabilità e di solidarietà, l’autonomismo che emerge dalla cosiddetta legge Calderoli è un autonomismo irresponsabile, che risponde soltanto ad istanze di egoismo territoriale.

Venendo ora alla figura di Alcide De Gasperi, presidente del consiglio nel secondo dopoguerra, credo che il principale aspetto della sua attualità stia nel fatto che De Gasperi ha incarnato, soprattutto nel biennio 1946-1947, il metodo della mediazione, come strumento di composizione dei conflitti politici nell’Italia uscita dalle ceneri della guerra e del fascismo. Gli anni 1946- 1947 furono anni difficilissimi per l’Italia e soprattutto in questo biennio De Gasperi mediò moltissimo con forze politiche radicalmente opposte alla Democrazia cristiana, in particolare con i comunisti e con i socialisti, affinché tutte le forze politiche che avevano fatto parte del Comitato di Liberazione Nazionale potessero scrivere ed approvare insieme la Costituzione della neonata Repubblica. Fu certamente grazie alle sue grandi doti di paziente mediatore che l’Italia poté avere una Costituzione approvata a larghissima maggioranza, con il contributo fondamentale, oltre che della Dc, anche dei comunisti e dei socialisti, anch’essi capaci, al di là delle contrapposizioni ideologiche, di far prevalere il buon senso nella fase di redazione della Carta fondamentale, costitutiva del nuovo corso repubblicano.

Oggi il metodo della mediazione, così esemplarmente rappresentato da Alcide De Gasperi, è da tempo gravemente mancante nella politica italiana, soprattutto rispetto al varo di riforme di sistema, come quella sull’autonomia differenziata, e ancor più rispetto al tema delle riforme costituzionali.

Da troppo tempo le proposte di riforma della Costituzione sono approvate in via unilaterale; l’attuale maggioranza di centro destra sta procedendo all’approvazione del cosiddetto Premierato, imponendo all’opposizione la sua riforma costituzionale; in passato una risicata maggioranza parlamentare, questa volta di centro sinistra, ha approvato nel 2001, da sola, la riforma del Titolo V della Costituzione; e nell’arco temporale che va dal 2001 ad oggi, altre proposte di riforma costituzionale, tentate unilateralmente prima da Berlusconi e poi da Renzi, sono state bocciate in sede di referendum popolari confermativi.

Gli esiti per lo più fallimentari e divisivi di tali tentativi unilaterali di riforma costituzionale ci fanno comprendere l’attualità della figura di De Gasperi, un’attualità che emerge in termini di mancanza nella politica italiana di quel metodo del paziente dialogo e di mediazione, di cui De Gasperi continua ad essere modello di riferimento e di cui oggi più che mai la politica italiana ha bisogno per approdare a riforme costituzionali ampiamente condivise.

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E’ in relazione a questi motivi ispiratori di pace, che De Gasperi, con Schuman e Adenauer, si fece promotore della costruzione di un esercito comune europeo. Eliminando gli eserciti nazionali e sostituendoli con un esercito comune europeo, si sarebbe definitivamente evitato ogni possibile conflitto fra Stati europei, e si sarebbe data all’Europa unita una capacità militare orientata al mantenimento della pace anche all’esterno dei suoi confini. Il progetto di De Gasperi, Schuman ed Adenauer finalizzato alla costruzione di un esercito comune europeo non andò in porto per la mancata approvazione da parte del Parlamento francese del Trattato istitutivo della Ced (Comunità europea di difesa).

Avv.Stefano Scaduto 19 Agosto 2024
Presidente Centro Studi De Gasperi Sciacca


Dove sta l’attualità di De Gasperi nella sua idea di Europa rispetto all’Europa di oggi?

E’ ancora una volta un’attualità che emerge per mancanza, mancanza di quello che l’Unione europea dovrebbe essere e di come dovrebbe operare, per rispondere pienamente ai motivi ispiratori della sua fondazione.

Certamente l’Unione Europea ha realizzato uno dei sogni di De Gasperi, e degli altri padri fondatori, quello di garantire la pace all’interno dei suoi confini, il più lungo periodo di pace che la storia di Europa conosca. Ma per De Gasperi l’Europa doveva essere anche promotrice di pace nel mondo. Purtroppo l’attuale politica dell’Unione Europea, soprattutto in relazione ai conflitti russo-ucraino e a quello medio orientale, ha dimostrato la mancanza finora di un’azione diplomatica europea finalizzata alla composizione dei due conflitti in corso. Rispetto al conflitto russo- ucraino si è verificato il paradosso che l’unico serio tentativo di azione diplomatica è stato svolto dal primo ministro turco Erdogan, nella totale assenza di un’azione analoga da parte delle istituzioni europee. E’ ragionevole pensare che De Gasperi non sarebbe contento di come l’Unione Europea svolge oggi la sua politica internazionale. E la sua attualità sta nel ricordare che l’idea che ha ispirato l’ Europa unita era innanzitutto un’idea di pace da promuovere anche all’esterno dei confini europei con una forte ed ampia azione diplomatica, di cui l’Unione Europea di oggi non è capace.

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70° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI ALCIDE DE GASPERI E 65° ANNIVERSARIO DELLA MORTE DI DON LUIGI STURZO


L’attualità del loro insegnamento
Redazione

In questo mese di agosto 2024 ricorrono il 70° anniversario della morte di Alcide De Gasperi, morto il 19 agosto 1954 e il 65° anniversario della morte di Don Luigi Sturzo, morto l’8 agosto 1959. Si tratta di due grandi della storia politica dell’Italia del Novecento, fortemente legati fra loro. De Gasperi infatti considerava Don Sturzo un maestro. Don Luigi Sturzo ed Alcide De Gasperi costituiscono due modelli di pensiero ed azione politica ed hanno ancor oggi una straordinaria attualità. Evidenzierò solo alcuni aspetti del loro ricchissimo lascito ideale, quelli che mi appaiono più significativi per il tempo presente.

Don Luigi Sturzo è stato un sostenitore strenuo della libertà, di tutte le libertà, e, nell’ambito della sua battaglia per le libertà, ha sostenuto l’autonomia degli enti locali, comprese le Regioni, nei confronti dello Stato accentratore. Sturzo è stato quindi un promotore dell’autonomia delle Regioni, laddove con tale autonomia le Regioni potessero rispondere meglio dello Stato ai bisogni dei territori regionali. Sturzo connetteva però al suo sostegno alle autonomie regionali il principio di responsabilità. Le Regioni che avessero ottenuto autonomia dallo Stato su un certo numero di materie dovevano, secondo Sturzo, finanziare da sé stesse, attraverso tributi propri regionali, l’esercizio delle competenze loro attribuite, tutto il contrario/2024 recentemente approvata dal Parlamento ( cosiddetta legge Calderoli) che, nel disciplinare l’attuazione della cosiddetta autonomia regionale differenziata, prevede invece che le Regioni, che otterranno l’autonomia differenziata, si finanzieranno con una compartecipazione al gettito di tributi statali maturatisi nel loro territorio. Laddove Sturzo sosteneva un’autonomia regionale responsabile, capace di assumersi su di sé i costi dell’autonomia, l’autonomismo del Governo Meloni, con in testa la Lega, è un autonomismo irresponsabile, con il quale si permette che le Regioni abbiano ulteriori competenze, ma con costi a carico delle finanze dello Stato. Nel quadro del suo pensiero autonomista Don Sturzo inoltre auspicava che si dovesse costituire un fondo perequativo nazionale, con il quale lo Stato avrebbe dovuto finanziare i territori regionali più deboli, svolgendo così un’azione volta ad eliminare le sperequazioni esistenti fra le varie Regioni italiane, un fondo perequativo nazionale di cui non vi è traccia nella legge Calderoli sull’autonomia differenziata, benché il fondo perequativo nazionale sia espressamente previsto dall’art. 119 della Costituzione. Ecco che allora il pensiero sulle autonomie regionali di Don Luigi Sturzo è un faro di luce per capire, per chi lo vuol capire, quanto profondamente ingiusta sia la legge sull’autonomia differenziata recentemente approvata, rispetto alla quale è stato proposto un referendum abrogativo totale.

Laddove l’autonomismo di Don Sturzo si integra con i principi di responsabilità e di solidarietà, l’autonomismo che emerge dalla cosiddetta legge Calderoli è un autonomismo irresponsabile, che risponde soltanto ad istanze di egoismo territoriale.

Venendo ora alla figura di Alcide De Gasperi, presidente del consiglio nel secondo dopoguerra, credo che il principale aspetto della sua attualità stia nel fatto che De Gasperi ha incarnato, soprattutto nel biennio 1946-1947, il metodo della mediazione, come strumento di composizione dei conflitti politici nell’Italia uscita dalle ceneri della guerra e del fascismo. Gli anni 1946- 1947 furono anni difficilissimi per l’Italia e soprattutto in questo biennio De Gasperi mediò moltissimo con forze politiche radicalmente opposte alla Democrazia cristiana, in particolare con i comunisti e con i socialisti, affinché tutte le forze politiche che avevano fatto parte del Comitato di Liberazione Nazionale potessero scrivere ed approvare insieme la Costituzione della neonata Repubblica. Fu certamente grazie alle sue grandi doti di paziente mediatore che l’Italia poté avere una Costituzione approvata a larghissima maggioranza, con il contributo fondamentale, oltre che della Dc, anche dei comunisti e dei socialisti, anch’essi capaci, al di là delle contrapposizioni ideologiche, di far prevalere il buon senso nella fase di redazione della Carta fondamentale, costitutiva del nuovo corso repubblicano.

Oggi il metodo della mediazione, così esemplarmente rappresentato da Alcide De Gasperi, è da tempo gravemente mancante nella politica italiana, soprattutto rispetto al varo di riforme di sistema, come quella sull’autonomia differenziata, e ancor più rispetto al tema delle riforme costituzionali.

Da troppo tempo le proposte di riforma della Costituzione sono approvate in via unilaterale; l’attuale maggioranza di centro destra sta procedendo all’approvazione del cosiddetto Premierato, imponendo all’opposizione la sua riforma costituzionale; in passato una risicata maggioranza parlamentare, questa volta di centro sinistra, ha approvato nel 2001, da sola, la riforma del Titolo V della Costituzione; e nell’arco temporale che va dal 2001 ad oggi, altre proposte di riforma costituzionale, tentate unilateralmente prima da Berlusconi e poi da Renzi, sono state bocciate in sede di referendum popolari confermativi.

Gli esiti per lo più fallimentari e divisivi di tali tentativi unilaterali di riforma costituzionale ci fanno comprendere l’attualità della figura di De Gasperi, un’attualità che emerge in termini di mancanza nella politica italiana di quel metodo del paziente dialogo e di mediazione, di cui De Gasperi continua ad essere modello di riferimento e di cui oggi più che mai la politica italiana ha bisogno per approdare a riforme costituzionali ampiamente condivise.

Un altro aspetto di attualità del lascito di Alcide De Gasperi sta nella sua idea di Europa. De Gasperi è considerato un padre dell’Unione Europea, unitamente a Schuman e ad Adenauer. Il motivo che ispirava De Gasperi a farsi promotore di un’Europa unita era il desiderio di pace che egli voleva assicurare ai popoli europei dopo la fine del secondo conflitto mondiale, che aveva visto nazioni europee una contro l’altra. L’Europa unita doveva innanzitutto garantire la pace all’interno dei propri confini, ma anche farsi promotrice di pace all’esterno dei propri confini.

E’ in relazione a questi motivi ispiratori di pace, che De Gasperi, con Schuman e Adenauer, si fece promotore della costruzione di un esercito comune europeo. Eliminando gli eserciti nazionali e sostituendoli con un esercito comune europeo, si sarebbe definitivamente evitato ogni possibile conflitto fra Stati europei, e si sarebbe data all’Europa unita una capacità militare orientata al mantenimento della pace anche all’esterno dei suoi confini. Il progetto di De Gasperi, Schuman ed Adenauer finalizzato alla costruzione di un esercito comune europeo non andò in porto per la mancata approvazione da parte del Parlamento francese del Trattato istitutivo della Ced (Comunità europea di difesa).

Avv.Stefano Scaduto 19 Agosto 2024
Presidente Centro Studi De Gasperi Sciacca


Dove sta l’attualità di De Gasperi nella sua idea di Europa rispetto all’Europa di oggi?

E’ ancora una volta un’attualità che emerge per mancanza, mancanza di quello che l’Unione europea dovrebbe essere e di come dovrebbe operare, per rispondere pienamente ai motivi ispiratori della sua fondazione.

Certamente l’Unione Europea ha realizzato uno dei sogni di De Gasperi, e degli altri padri fondatori, quello di garantire la pace all’interno dei suoi confini, il più lungo periodo di pace che la storia di Europa conosca. Ma per De Gasperi l’Europa doveva essere anche promotrice di pace nel mondo. Purtroppo l’attuale politica dell’Unione Europea, soprattutto in relazione ai conflitti russo-ucraino e a quello medio orientale, ha dimostrato la mancanza finora di un’azione diplomatica europea finalizzata alla composizione dei due conflitti in corso. Rispetto al conflitto russo- ucraino si è verificato il paradosso che l’unico serio tentativo di azione diplomatica è stato svolto dal primo ministro turco Erdogan, nella totale assenza di un’azione analoga da parte delle istituzioni europee. E’ ragionevole pensare che De Gasperi non sarebbe contento di come l’Unione Europea svolge oggi la sua politica internazionale. E la sua attualità sta nel ricordare che l’idea che ha ispirato l’ Europa unita era innanzitutto un’idea di pace da promuovere anche all’esterno dei confini europei con una forte ed ampia azione diplomatica, di cui l’Unione Europea di oggi non è capace.

Ricordare l’Europa unita nella concezione che ne aveva De Gasperi ha senso allora di urgente attualità e dovrebbe orientare chi oggi governa l’Europa a conformare la politica europea all’idea ispiratrice di pace da cui le istituzioni europee sono nate.

In conclusione, tanto Alcide De Gasperi quanto Don Luigi Sturzo sono da menzionare unitamente per avere concepito la politica come fondata sulla moralità. Per entrambi era inconcepibile una politica che non fosse fondata sui valori morali, un insegnamento questo attualissimo, ancora una volta per mancanza nello scenario politico italiano di oggi di una prassi politica fondata su tale presupposto di intima unione fra politica e morale. E’ invece assolutamente dominante in Italia, nello svolgersi dell’azione politica, il metodo di un machiavellismo spicciolo, ove il fine giustifica tutti i mezzi possibili, non importa se immorali, o addirittura illeciti. E concludendo davvero, leggendo gli scritti di Don Luigi Sturzo e i discorsi di Alcide De Gasperi, chiunque li legga con attenzione rimarrà stupito di quanta speranza essi emanino; Don Luigi Sturzo ed Alcide De Gasperi sono ancora oggi alimentatori di speranza, perché entrambi avevano capito da dove attingere la Speranza.

Avv.Stefano Scaduto
Presidente Centro Studi De Gasperi di Scuacca

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